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UN ANGIOLETTO VESTITO DI GIALLO

Pagine 43

Datazione 16 novembre 2010 (4 febbraio 2011) 

Altre versioni 

Linguaggio Italiano, la cui inflessione appare diffusamente nel testo  “sporcata” dall’inflessione dialettale 

Personaggi Emanuele, Lella, Yelena, Armando,Giorgio, Vanessa, Onofrio, Vecchio

 

 

Analisi

 

Nutella, musica ascoltata non più via radio ma attraverso il computer, i fumetti dell’Uomo Mascherato, spinelli e cellulari che fanno foto: indubbiamente questo ultimo testo presenta molti elementi appartenenti alla quotidianità contemporanea; pur rimanendo caro all’evocazione di immagini legate alla natura, ad una certa nostalgia per ciò che è andato, che si tratti di vecchie canzoni […], notturni di Chopin o di fantasmi come la Signora Yelena, poco più che un’ombra con la funzione di innescare il  ricordo o le visioni che si susseguono. È un testo che presenta, per lo meno in questa versione su carta, ancora diversi disequilibri. In una casa situata in un palazzo in rovina si trovano i personaggi: Emanuele che conta i pochi soldi guadagnati come lavascale ( lavoro che più volte appare nei testi scaldatiani) e Lella, l’angioletto del titolo che continua a cambiarsi d’abito e che, con la sua “grazia demente”, riesce a far rivivere un uomo morto, Armando. In lei si muove tanto il desiderio – respinto, negato – di far l’amore quanto il terrore di esser portata via, di diventare grande. Mentre Vanessa, donna definita bruttissima, è combattuta tra il rifiuto di sé, l’illusione di poter pensare d’esser diversa e invece il desiderio di essere comunque amata (anche se a farlo fosse un ex carcerato), costantemente rinchiusa in bagno, è lei il nuovo emarginato, il bersaglio della presa in giro, che rovina al suolo, ma non per morire (che, nella tragicità del fatto, comunque appare reversibile) quanto per rimanere sfregiata.

Elaborato all’interno dell’esperienza di laboratorio triennale in collaborazione col Teatro Biondo, Un angioletto vestito di giallo è frutto del lavoro svolto durante il terzo anno (mentre durante i primi due i testi di riferimento sono stati la ripresa di Santa e Rosalia e Piccole lune per due clown); fu presentato sia in forma di studio che come spettacolo compiuto e in questo secondo caso la messinscena prevedeva anche l’inserimento di alcuni quadri diversi, tratti dalla raccolta Inceneriti amori e l’aggiunta di un  quadro scritto a parte ma che non aveva trovato altre collocazioni: Il terrorista.

In un’intervista in merito alla messinscena Scaldati «Al centro sta il tema della disumanizzazione intesa come perdita dell’autenticità e la purezza che invece resta come un patrimonio inattaccabile degli uomini»

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